TRACCE O SEGNI

Ho spiegato ampiamente di cosa mi occupo, quale mestiere faccio e perché pratico fotografia come una forma di dieta, terapia, allenamento, pur non ritenendo di potermi definire un fotografo. Nel mio lavoro fotografico non c’è mai l’uomo davanti all’obiettivo, condizione indispensabile e distintiva della vera fotografia, ma la traccia, il segno, l’essenza dell’uomo: l’opera dell’uomo, identificata attraverso l’osservazione dei suoi artefatti e il rapporto dell’uomo con la natura attraverso la capacità di riconoscere in essa un valore. Per questo, nella ricerca che ho bisogno di esplorare con il mezzo fotografico, è sacrificio indispensabile che gli occhi stiano dietro e non davanti alla lente. Ho raccolto qui, tra muti racconti di tegole, muri e pietre e straordinarie leggende scritte nella materia da Mimmo Paladino e Raul Gabriel uguale suggestione, siano esse tracce o segni.